lunedì 15 novembre 2010

È una città* attorno alla quale non c'è nulla e sembra sia stata costruita appositamente, migliaia di anni fa, per resistere al tempo. Intorno, non c'è nulla, ovvero non c'è territorio abitato, non ci sono strade, non crescono alberi, non esistono altre città, non c'è niente di civilizzato, né di naturale, solo una blanda distesa non identificata di terra compatta e qualche ciuffo d'erba. Dentro, la città è vecchia e nuova insieme e popolata di numerosi turisti. Io devo prendere l'aereo quel pomeriggio e sono senza orologio. Non ricordo a che ora è l'aereo e sono senza biglietto e senza bagagli. Quello che mi serve è altrove, non so dove, con me ho soltanto la macchina fotografica. Mi fermo a fotografare uno scorcio di alte colonne all'interno di un palazzo, dentro il quale, in fondo, si notano altre vie aperte e il cielo. Una performance di street art sponsorizzata da una ricca casa di moda si manifesta davanti a questo palazzo, con danzatori che si calano in modi circensi dalle funi. Mi ritorna il pensiero del biglietto e dell'aereo. Allora torno sui miei passi: per andare all'aeroporto o altrove, non so di preciso. A piedi percorro chilometri nelle strade scoscese del centro che si alternano tra vie di grande percorrenza a viuzze da percorrere esclusivamente a piedi su un selciato di sassi e tra case di antichi mattoni. Quando arrivo all'incrocio di un grande viale che si affaccia, tramite i pochi resti di marmo bianco di un alto tempio, su un parco archeologico, mi rendo conto che tutta la fatica e il sudore e il mal di piedi spesi a camminare velocemente sono inutili perché l'aeroporto è fuori città e in ogni caso mi posso permettere un taxi. Ma non ci avevo pensato.

*Atene, per farla breve.
Prime lezioni dell'anno scolastico a Villa Greppi. Tutti tranquilli nel frequentare le lezioni come se fosse, e forse lo è, un corso di aggiornamento. È la prima settimana, quindi non c'è ancora l'orario definitivo. Entra in classe un'insegnante per "Sistemi/Sistemistica". Rimaniamo perplessi perché a noi linguisti non importa nulla di sistemi né di sistemistica, quindi chiediamo spiegazioni: a quanto pare non essendo stati debitamente informati, ci troviamo nell'aula sbagliata.
Insieme a I. ci mettiamo alla ricerca dell'aula. Ma negli anni Villa Greppi è cambiata e si è ingigantita oltre misura: consta di vari ingressi (almeno due laterali principali, più altri) e di innumerevoli ale e corridoi. Come metodo di ricerca dell'aula, scegliamo insieme di raggiungere l'ingresso principale e chiedere lì informazioni o cercare un'apposita bacheca. Per raggiungere l'ingresso principale ci orientiamo seguendo il nord. Sbagliamo subito e ci troviamo in una shanty town greco-londinese composta da un lungo corridoio su cui si affacciano solo negozi; per seguire il nord ci infiliamo in un corridoio ancora più stretto su cui si affacciano porte di miniappartamenti rattoppati, poveri, miseri e decadentemente straccioni. Saggiamente, decidiamo di tornare indietro nei corridoi puliti della scuola, frequentati da studenti in larga parte stranieri. Un architetto ci dice: cercare un'aula nel seminterrato è facile: lì la scuola non l'hanno potuta allargare più di tanto, lo spazio è quello che è. Ma in superficie è tutta un'altra storia. Proseguiamo la ricerca senza fretta, né ansia: mi piace stare con I. e la cosa sembra reciproca.

giovedì 4 novembre 2010

Ascensori. Ce ne sono due per dodici piani, nonostante negli ascensori stessi il primo pulsante rechi la cifra "8" e gli altri pulsanti siano privi di numeri. Su un pianerottolo, aspetto che si aprano le porte. Il mio obiettivo è aspettare fino a che appaia una donna che debba salire al dodici. Gli ascensori arrivano sempre in coppia, ma se curo l'ascensore di destra, non riesco a vedere se in quello di sinistra ci sono persone, e viceversa. Dopo un po' mi stanco di aspettare e decido di salire al dodici. Premo l'otto. Arrivo a un piano che non è il dodici, infatti l'ascensore è sceso anziché salire. Le porte si aprono e una famiglia africana vorrebbe salire ma io faccio segno: "va su", mentendo.